lunedì 5 luglio 2021

  Una Breve Itroduzione:


Il territorio del chianti classico,era già noto al tempo degli etruschi,che lo chiamavano "clante"che vuol dire acqua,di cui il territorio è ricco.Infatti la dice lunga sulla fertilità di questo territorio favoloso.Furono gli etruschi a modificare il territorio:abbandonarono la pastorizia,per dedicarsi alla viticultura,in seguito i Romani,si dedicarono all'introduzione pure della cultura dell'olivo.



Con la fine dell’Impero, la zona del Chianti conobbe secoli di decadenza: insicurezza, brigantaggio, guerre e carestie imperversarono; tale situazione rimase sostanzialmente invariata per tutti i secoli dell’Alto Medioevo.

Dopo l’anno Mille il territorio del Chianti riprese a svilupparsi. La sua vocazione vinicola emerse già nel corso del XII secolo, quando famiglie come i Ricasoli e gli Antinori inaugurarono la loro presenza su queste terre e contribuendo a rendere la denominazione Chianti una delle più antiche della Toscana.

I primi documenti in cui con il nome Chianti si identifica una zona di produzione di vino, ed anche il vino prodotto, risalgono al XIII secolo e si riferiscono alla Lega del Chianti costituita a Firenze per regolare i rapporti amministrativi con i terzieri di Radda, Gaiole e Castellina, produttori di un vino rosso a base di Sangiovese.

E Ora la leggenda di Sua Maestà" Gallo Nero"

Essendo ormai un territorio rigoglioso, il Chianti suscitò gli appetiti di Firenze e Siena. Guelfi e Ghibellini,sempre in Guerre,come la famosa Battaglia di Monteaperti,nel settembre del 1260.Sorse una leggenda curiosa sul come si sia arrivati alla spartizione dell’area. Firenze e Siena, ormai esauste da decenni di conflitti per il controllo del territorio chiantigiano, decisero di risolvere la questione scegliendo come rappresentanti un cavaliere e un gallo.

Non appena il primo avesse udito il canto del secondo, si sarebbe messo al galoppo e il nuovo confine tra i due comuni sarebbe stato fissato nel punto d’incontro tra i due militi. L’idea, evidentemente, era quella di dividersi il territorio più o al meno 50% partendo alla stessa ora, i due fantini si sarebbero infatti incrociati circa a metà strada.

Le cose, tuttavia,  andarono diversamente poiché i senesi scelsero un gallo bianco, che nella giornata precedente alla disfida fu ben pasciuto al fine di farlo svegliare allegro e di buon mattino; i fiorentini invece scelsero un gallo nero (in seguito scelto come simbolo del Chianti Classico) tenuto a digiuno che, a causa dei morsi della fame, cominciò a cantare ben prima dell’alba.

Il cavaliere gigliato, partì quindi prestissimo e percorse molta più strada del rivale, incontrandolo nel Castello di Fonterutoli (sito oggi in Castellina in Chianti). Qui venne firmato il trattato di pace tra i due paesi toscani, che fissarono il loro confine a Castellina, a pochi chilometri da Siena.

Nel 1384 la Repubblica di Firenze creò la Lega del Chianti, un’alleanza politico-militare con l’obiettivo di difendere e amministrare il territorio del Chianti per conto della repubblica. Icona della Lega era, ovviamente, un Gallo Nero su sfondo dorato.

Dal 1398, anno in cui è datato il primo documento notarile in cui il nome Chianti appare riferito al vino prodotto in questa zona, alla fine del Seicento la produzione del vino aumentò in maniera esponenziale così come le sue esportazioni, che raggiungevano frequentemente l’Inghilterra. Si rese pertanto necessario regolamentare la sua realizzazione.

                    NEL 1872,NASCE IL CHIANTI CLASSICO
Dopo anni  e anni di ricerca e sperimentazione, il Barone Bettino Ricasoli ,detto Il Barone Di Ferro,ne fissa la formula in una famosa lettera indirizzata al Prof. Cesare Studiati dell’Università di Pisa:

… Mi confermai nei risultati ottenuti già nelle prime esperienze cioè che il vino riceve dal Sangioveto la dose principale del suo profumo (a cui io miro particolarmente) e una certa vigoria di sensazione; dal Canajuolo l’amabilità che tempera la durezza del primo, senza togliergli nulla del suo profumo per esserne pur esso dotato; la Malvagia, della quale si potrebbe fare a meno nei vini destinati all’invecchiamento, tende a diluire il prodotto delle due prime uve, ne accresce il sapore e lo rende più leggero e più prontamente adoperabile all’uso della tavola quotidiana …


Recentemente il disciplinare è stato modificato, abbandonando la Malvasia, come già ipotizzava Bettino Ricasoli, lasciando protagonista il Sangiovese, con una quota massima consentita fino al 20% di altre uve a bacca rossa.

Ed ora,scopriamo i Favolosi Vini ,tra cui anche Bianchi e Rosati,che ho Degustato e che andrò a Degustare,di questo territorio:Un Territorio Unico,per Un Vino Unico:Quello di sua Maestà"Gallo Nero"




Nessun commento:

Posta un commento

  In Provincia di Siena nel comune Di Sovicille un'altra bellissima Pieve:A.D.1189.LaPieve di San Giovanni Battista al Ponte allo Spino